Siamo agli inizi di Luglio, l’anno è il 2007. Quel pomeriggio il caldo era parecchio intenso e passeggiavo in Via Solferino a Milano insieme al mio amico Gianmarco, che doveva comprare dei libri per la scuola, era appena rientrato dall’anno all’estero negli USA e si doveva rimettere “in pari”. Ricordo che il caldo ci aveva talmente provati che, appena entrammo nel Libraccio di via Balzan, lodai l’inventore dell’aria condizionata.
Mentre Gianmarco era in fila nella sezione scolastica, io girai un po’ per la libreria… e l’ho vista, là, con un bollino gigante “50%” appiccicato sopra la copertina, invitante quanto non mai a farsi comprare da me. Non so se credete al Destino, io sì, ma se per voi può essere considerata una fortunata coincidenza, fate pure: quel libro al 50% era la biografia di Enrico Berlinguer firmata da Chiara Valentini.
Fino ad allora il cognome Berlinguer lo avevo sentito rieccheggiare solamente negli slogan delle manifestazioni in piazza per la riforma universitaria (pessima), tanto che a 16 anni, quando chiesi a mia madre chi fosse Berlinguer fui molto sorpreso di sapere che alla sua morte c’era addirittura la gente che piangeva in piazza. “Come, per un politico?”, esclamai. Scoprii poi che di Berlinguer al mondo ne esistevano parecchi e quello morto non era quello della riforma universitaria, ma il cugino (Luigi).
Per due anni, quando affacciavo timidamente il mio impegno civile e politico al liceo, la figura del segretario più amato del PCI rimase sullo sfondo, chiusa in un cassetto, ma non dimenticata. Tant’è che alla vista della biografia scattò qualcosa in me che me la fece comprare subito. E finalmente scoprii, anche grazie al racconto sapientemente intriso di umanità e realismo, chi era stato, con tutti i suoi limiti e difetti, Enrico Berlinguer: fu, se si può dire, amore a prima vista. Il mio punto di vista su parecchie cose cambiò radicalmente, tant’è che saldai la mia lotta alle ingiustizie e ai potenti/prepotenti che le attuavano una nuova battaglia, quella per la Questione Morale.
A diciotto anni, quindi, aprii il mio primo blog, si chiamava “Orgoglio Democratico – per la Questione Morale”. Fui sorpreso, così a digiuno di tecnologia “social”, del fatto che parecchi leggessero i miei articoli e li condividessero: conobbi un sacco di gente, che non mi sarei mai aspettato di incontrare e che oggi sono ancora tra i miei più cari amici.
A settembre 2007, iniziando il mio ultimo anno di liceo, decisi che avrei fatto la tesina di maturità sulla Questione Morale e così, grazie anche al mio prof. di latino e greco, Aldo Scarpis, feci uno studio approfondito del tema dall’antica Grecia fino al fascismo, passando per Roma, il Medioevo e il Risorgimento. Accumulai parecchio materiale di Enrico Berlinguer, molto difficile da trovare tra biblioteche e internet. E rimase lì.
A settembre 2008 mi iscrissi a ingegneria e, benché poi non abbia completato gli studi, capendo che nella vita non avrei mai fatto l’ingegnere, fu proprio grazie ad ingegneria se è nato enricoberlinguer.it. Dovevo infatti dare l’esame di informatica e, un po’ per gioco, creai il primo nucleo di quello che sarebbe stato enricoberlinguer.it. Presi il materiale che avevo raccolto per la tesina di maturità, lo organizzai e mi dissi: vista l’attualità di Berlinguer, chissà che diffondendolo per la rete non si possa cambiare qualcosa, in meglio.
E così è stato. Il 28 gennaio ottenni i permessi per aprire il sito, mentre il 16 febbraio 2009 aprii ufficialmente i battenti e fu un successo di visitatori (anche grazie al mio blog, che nel frattempo era entrato nella top100 dei blog di politica più letti d’Italia). In due mesi gli iscritti erano già 4000 e sul forum si era già creata una bella community, con parecchi compagni e compagne che si misero a disposizione per fornire materiale e completare quello che avevo chiamato il “DataBerlinguer”, il più grande archivio online su Enrico Berlinguer.
A maggio decidemmo con gli altri di sbarcare su facebook, così offrii a Francesco Milione la co-amministrazione del sito in cambio della co-amministrazione della pagina facebook di Berlinguer che gestiva (la sua aveva 6mila fan, la nostra 5000, messe insieme avrebbero fatto 11mila). Da lì fu una grande collaborazione che sarebbe durata fino al 7 novembre 2012 (data in cui ha deciso di lasciare il progetto per fare campagna attiva per il Comitato di Bersani alle primarie).
Il 31 ottobre 2009, a causa della chiusura del progetto MkPortal su cui si basava la prima versione di enricoberlinguer.it, decisi di passare a wordpress, con tutti i limiti che ai tempi questo comportava (MkPortal era davvero fenomenale come CMS). Il DataBerlinguer migrò su MediaWiki (il software di wikipedia), ma non erano rose e infatti non son fiorite (causa anche mancanza di collaboratori/sviluppatori, attualmente il DataBerlinguer è “ospitato” sulla piattaforma wordpress in attesa di nuova collocazione).
Intanto gli iscritti al sito continuavano ad aumentare, raggiungendo la quota record di 170mila, in tutto il mondo. E lì conobbi Juan Semo, messicano emigrato in Australia, berlingueriano di ferro, che mi ha anche aiutato a scoprire quanto ancora sia considerata la figura di Enrico Berlinguer all’estero (molto più che qui in Italia oggi).
Per tre anni abbiamo diffuso e propagandato le idee e i discorsi di Enrico per la rete (tanto che qualche casa editrice ha fatto pure il copia-incolla). E nel frattempo enricoberlinguer.it è diventato uno dei siti web più visitati d’Italia, con una web-community di oltre 280mila utenti.
Il 12 novembre 2010, a 21 anni dalla svolta della Bolognina, decisi di coinvolgere altri ragazzi di enricoberlinguer.it in un blog collettivo che potesse essere un utile strumento di riflessione e ricerca per una Sinistra in perenne crisi di identità e di proposte. Nacque così Qualcosa di Sinistra, che è attualmente uno dei blog di politica più letti d’Italia (nonostante le inspiegabili censure sui siti di ranking).
Il 25 maggio 2012, in occasione del 90° anniversario della nascita di Enrico Berlinguer, abbiamo deciso di fondare un’associazione per difendere la memoria di Enrico e per sostenere il sito web (I ragazzi di enricoberlinguer.it).