Harold Bloom una volta lo definì “il romanziere maggiormente dotato di talento ancora in vita… uno degli ultimi titani di un genere letterario in via di estinzione.”
Ed effettivamente sfido io qualsiasi uomo di ottantasette anni tornare protagonista della scena politica, ma soprattutto letteraria, fondando un blog e attirandosi scomuniche da tutte le parti, soprattutto da Sinistra, e ciononostante surclassare come solo un Premio Nobel saprebbe fare tutti i suoi avversari, pseudo-intellettuali soprattutto.
Mi fa un certo effetto parlare di Josè Saramago al passato remoto. Lo avevo incontrato qui a Milano, in occasione della presentazione del suo ultimo libro, assieme a Marco Travaglio, e da subito mi aveva colpito quell’immagine così esile e indifesa, che nascondeva invece uno spirito da vero combattente, un leone d’altri tempi, talmente schietto e asciutto da lasciarti letteralmente senza parole.
Perchè non capita tutti i giorni ascoltare un uomo che, con assoluta nonchalance, ti dice che George W. Bush è di “una ignoranza abissale, espressione verbale confusa perennemente attratta dall’irresistibile tentazione del puro sproposito“, un cowboy che ha scambiato il mondo per una mandra di buoi, di cui non sappiamo nemmeno se pensa, e altre amenità che ripeteva sul suo blog quando Bush era ancora in carica ed era l’uomo più potente della terra.
Così come è raro sentire da un militante comunista convinto che “la sinistra non ha la più schifosa idea del mondo in cui vive“, lamentandosi che le sue parole non abbiamo suscitato il benchè minimo dibattito all’interno della Sinistra mondiale. Uno che le ha cantate a Ratzinger, ma non ha lesinato di prendersela anche con Israele (tanto da attirarsi accuse di antisemitismo, semplicemente per aver criticato la politica di quel governo). Uno che non era solito fare complimenti, che non la mandava mai a dire, ma anzi, le cantava chiare a tutti, soprattutto agli amici, che erano le prime vittime della propria invettiva (nell’incontro che sopra ho citato ricordo alcuni insuperabili passaggi sulla nostra Sinistra che meriterebbero un approfondimento in separata sede).
Uno che elogiava l’ateismo e ricordava a Ratzinger che atei non erano stati solo Lenin e Stalin e che era pur vero che sui cinturoni nazisti stava scritto Gott Mit Uns (Dio è con Noi), che, per dirla alla Biagi, fortunatamente aveva disertato il fronte hitleriano.
Uno che il 18 febbraio del 2009 si chiedeva sul suo blog “Che Fare con gli Italiani?“, proclamando il suo immenso amore per il nostro Paese e la sua cultura e l’enorme dispiacere che questo fosse finito nelle mani di una destra sempre più insolente, e che sperava che l’incubo finisse il prima possibile, non tanto per noi, quanto per lui, che non poteva sopportare la patria di Dante e Manzoni afflitta da un cancro simile.
Uno che, alla notizia delle dimissioni di Walter Veltroni, reagì così: “E’ appena giunta la notizia delle dimissioni di Walter Veltroni. Ben vengano, il suo Partito Democratico è cominciato come una caricatura di partito ed è finito, senza parole nè progetti, come un convitato di pietra sulla scena politica. Le speranze che vi avevamo riposto sono state defraudate dalla sua indefinitezza ideologica e dalla fragilità del suo carattere personale. Veltroni è responsabile, certo non l’unico, ma nell’attuale congiuntura il maggiore, dell’indebolimento di una sinistra di cui era arrivato a proporsi come salvatore. Pace all’anima sua.”
E potrei andare avanti ore in esempi e aneddoti, ma mi pare superfluo: per apprezzare Saramago bisogna leggerselo da sè, perchè il bello dei suoi libri è che per capire dove voleva andare a parare, ci devi sempre mettere del tuo. Devi usare, insomma, la testa. Cosa rara nei libri di oggi, dove tutto è fin troppo spiegato e nessuno spazio è lasciato all’immaginazione.
Arrivederci, compagno Saramago.
Il mio cordoglio per la scomparsa di Saramago. Vorrei dire un’ultima cosa prima che tutto sia troppo compromesso, la sinistra non merita un affondo simile, è vero la sua politica è diventata oltraggiosa ma va sempre attribuito ad essa la grande guida politica e di sana collaborazione. Il partito di Veltroni a primo impatto è sembrato chiacchiericcio e anche vizioso, ma sono più che sicuro che ha ancora molto da imparare e donare all’Italia come ha fatto lei caro Saramago, il mio saluto.