Non avremmo voluto renderlo pubblico, almeno fino all’eventuale concessione o bocciatura, anche perché non siamo mai stati in questi anni interessati a finire sui giornali. Tuttavia, siccome la notizia della nostra richiesta di concessione ad Enrico Berlinguer della civica benemerenza alla memoria del Comune di Milano, altresì conosciuta come Ambrogino d’oro, è di pubblico dominio, senza tuttavia che siano state riprese le motivazioni, ci vediamo costretti a rendere pubbliche le ragioni della nostra scelta.
Cosa c’entra Milano con Berlinguer?
Questa crediamo sia la domanda che sorge spontanea in tutti quelli che non conoscono la biografia dell’ex-Segretario Generale del Partito Comunista Italiano. Come abbiamo ricordato nella lettera che abbiamo inviato alla Presidenza del Consiglio Comunale:
Fu proprio a Milano che Enrico Berlinguer iniziò i primi passi della sua carriera politica, quando in una città completamente devastata dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale arrivò poche settimane dopo la Liberazione per riorganizzare il Fronte della Gioventù, orfano del suo leader Eugenio Curiel, ucciso dai fascisti pochi mesi prima, il 24 febbraio 1945. Qui visse tra via dei Filodrammatici, dove il partito gli aveva trovato una sistemazione di fortuna, e Via Conservatorio, dove avevano sede le Brigate giovanili che avevano partecipato alla lotta partigiana.
Proprio la direzione del Fronte, che vedeva al suo interno l’incontro e l’azione comune di giovani di varia tendenza, dai liberali ai marxisti ai cristiano-popolari, legati ai partiti ma anche senza partito alla ricerca di identità, che Enrico Berlinguer affinò quella sua capacità di dialogo tra culture diverse che sarà la cifra della sua intera carriera politica.
Nei mesi successivi il giovane Berlinguer avrebbe partecipato in maniera attiva con alcune delle personalità cruciali di quegli anni alla ricostruzione morale e politica della città e del nostro Paese, come Gillo Pontecorvo, Raffaele De Grada, Elio Vittorini, Aldo Tortorella, Mario De Micheli, Ernesto Treccani, Vittoria Giunti, Quinto Bonazzola e Paolo Cinanni.
Sarà poi sempre a Milano che quasi 30 anni dopo Enrico Berlinguer sarebbe diventato Segretario Generale del Partito Comunista Italiano, al termine del XIII Congresso, che si svolse nella nostra città tra il 13 e il 17 marzo 1972.
A Milano poi tenne due discorsi storici: quello ai giovani sullo “struggente desiderio di vivere sereni”, al Palazzo dello Sport, il 6 giugno 1976, e quello legato alla proposta dell’Austerità, tenuto il 30 gennaio 1977 all’Assemblea degli operai comunisti lombardi, a quindici giorni di distanza da quello tenuto al Teatro Eliseo di Roma.
A Milano verrà inoltre riconfermato Segretario durante il XVI Congresso, tenutosi tra il 2 e il 6 marzo 1983, compiendo in via definitiva quello strappo da Mosca che aveva iniziato a tessere da vicesegretario quindici anni prima, e mettendo nitidamente a fuoco i mali della democrazia italiana, denunciando la questione morale che ancora oggi colpisce il nostro Paese.
Enrico Berlinguer era inoltre un uomo di pace che lavorava per la pace. Pace intesa come fattore di sviluppo e condizione essenziale per risolvere i grandi problemi del mondo e promuovere un nuovo ordine economico internazionale che avesse al proprio centro il benessere dell’uomo e la tutela dell’ambiente, così da scongiurare «il pericolo di un olocausto, di una catastrofe immane dovuta non alla natura, ma all’opera dell’uomo».
Perché dare l’Ambrogino d’oro alla memoria ad Enrico Berlinguer?
Per queste ragioni e per il peso che ha avuto Enrico Berlinguer nella storia politica italiana e per la speranza di cambiamento che ha incarnato non solo per i cittadini di Milano, ma per milioni di italiani, crediamo sia doveroso riconoscergli, come già fatto ad altre personalità politiche di rilievo, la civica benemerenza alla memoria della città di Milano.
Auspichiamo che in primis il centrosinistra che governa questa città faccia sua questa proposta, come già fece 12 anni fa con la nostra petizione per intitolargli una piazza nel capoluogo lombardo.
Le ragazze e i ragazzi di enricoberlinguer.it