di Norberto Bobbio, L’Unità, 12 giugno 1984
Caratteristica fondamentale di Enrico Berlinguer è stata, a mio avviso, quella di non avere i tratti negativi che contraddistinguono tanta parte della classe politica italiana. Penso alla vanità, all’esibizionismo, all’arroganza, al desiderio di primeggiare che purtroppo fanno pane del «mestiere», della professione del politico.
Ecco, in questo Berlinguer era diverso e per questo suscitava un senso di ammirazione che condivido. Spesso si è parlato della cosiddetta peculiarità del PCI. Ebbene, forse si potrà discutere della peculiarità del partito, ma non certo di quella del suo segretario. Ciò non significa che io abbia sempre condiviso il suo modo di fare politica, soprattutto in questi ultimi tempi: penso alla richiesta a tutti i costi dell’unanimità, al ricorso alla piazza. Ma non posso negare che è stato un uomo di grande coerenza, intransigente nelle sue idee, in cui credeva. Insomma, un uomo dì grande serietà, morale e politica.
E non privo di coraggio. Non sono mai stato d’accordo con coloro che criticarono Berlinguer quando venne a Torino per parlare agli operai durante il lungo sciopero alla Fiat. Fece quello che doveva fare, che riteneva fosse il suo dovere di leader del partito che alla classe operaia fa riferimento.