Dalla Relazione al XIV Congresso del Pci, marzo 1975
Per un verso, infatti, la strategia del «compromesso storico» va oltre la questione della partecipazione comunista al governo e, per un altro verso, invece, è già oggi, e può essere sempre maggiormente nell’immediato futuro, una linea valida al di là della formazione di una nuova maggioranza, una linea idonea ad affrontare e risolvere correttamente e positivamente i problemi più pressanti del paese.
È proprio in questo duplice senso che, ancora recentemente, abbiamo chiarito che non è del tutto giusto parlare del «compromesso storico» solo come di una proposta e tanto meno come di una «profferta» agli altri partiti democratici.
Certo, il «compromesso storico» è anche una proposta ma lo è nel senso più largo e più alto in quanto si rivolge, oltre che ai partiti, a tutti i cittadini di sentimenti democratici, a tutto il paese.
Ma anche e proprio per questo noi preferiamo adoperare il termine di strategia, e di una strategia non solo per il Pci, ma per il paese intero, per fare uscire l’Italia dalla crisi, per rinnovarla, per salvare e sviluppare la democrazia.
In questo senso, il «compromesso storico» è un più avanzato terreno di lotta ed è, al tempo stesso, una sfida che il Partito comunista rivolge a tutte le altre forze democratiche, soprattutto a quelle che si ostinano a mantenere la vita politica del paese entro vecchie formule, più o meno rinverdite o magari presentate in veste nuova, ma che hanno in comune l’insuperabile debolezza di essere state tutte piuttosto a lungo e ricorrentemente sperimentate e di essere tutte fallite.