dall’intervista a Time Magazine, giugno 1975
Sarei molto contento di visitare l’America. Per me, è un mondo da scoprire. Sarei molto contento di avere l’occasione di spiegare a personalità politiche americane che cos’è in realtà la nostra politica, dato che essa viene spesso presentata in modo distorto. […]
Sul terreno dei rapporti internazionali, noi non proponiamo che l’Italia ritiri la sua adesione dalle organizzazioni internazionali alle quali appartiene, né lo proporremmo se facessimo parte del governo. Parlo in particolare della Cee e della Nato.
Questa non è una posizione tattica. Siamo arrivati a questa conclusione sulla base di un’attenta analisi della situazione internazionale degli interessi dell’Italia. Attualmente è in atto un processo di distensione nel mondo. Gli Usa e l’Unione Sovietica sono i maggiori architetti della distensione, ma anche altri paesi vi partecipano.
Il ritiro unilaterale dell’Italia dalla Nato turberebbe l’intero processo di distensione, il quale si basa anche sull’equilibrio strategico fra le forze della Nato e quelle del Patto di Varsavia.
Introdurre un elemento di squilibrio in tale processo sarebbe contro gli interessi della pace, contro i nostri stessi interessi e quelli di altri paesi.