Da quando abbiamo aperto la pagina facebook di Enrico Berlinguer ai contributi dei membri di questa straordinaria web-community (qui sul sito siete iscritti in 330mila, su fb siete arrivati a quasi 345mila), ci arrivano un sacco di foto, testimonianze e pensieri su Enrico. I più belli, li ripubblichiamo come status della pagina. Recentemente, dopo la scoperta di Clara, quasi-14enne che si presentò ad Arena Metato in provincia di Pisa con una copia di “Casa per Casa, Strada per Strada” per farsela firmare, sono arrivati altri contributi di giovani e giovanissimi che grazie a questo sito hanno scoperto o potuto approfondire la figura di Enrico Berlinguer.
Voglio riproporvene due, in ordine cronologico.
Ciao compagno Enrico Berlinguer,
mi chiamo Giovanni, ho 14 anni e sono fiero di essere di sinistra. Mio nonno, uomo del grande P.C.I., mi racconta di te come se fossi suo padre: una persona onesta, gentile, generosa, ma sopratutto come il politico che non nascerà più. Io adesso sto leggendo il libro “Casa per Casa , Strada per Strada”. Sono bellissimi i tuoi discorsi, ma la cosa che mi affascina di più è il tuo sorriso. Ho un unico rimpianto: non averti conosciuto. (Giovanni Oliviero)
Ho 15 anni. E questo può stranire. Voglio dire… una quindicenne che sa chi era Enrico Berlinguer. Stranisce, sì; ma non dovrebbe. Non dovrebbe perché a 15 anni si dovrebbe esser consapevoli, a 15 anni si dovrebbe iniziare a imparare qualcosa da persone come Berlinguer. Io che ho 15 anni vorrei aver conosciuto Enrico Berlinguer. E le sue frasi, i suoi discorsi, i suoi libri, fanno pensare. Peccato che il ragazzo che pensa si senta in errore. Ma io penso. E penso che tutto di lui suoni oggi come una condanna senza appello alla Sinistra italiana. L’unica cosa, forse un po’ banale, che mi viene da dire è “grazie”. A lui, e il perché non c’è bisogno di scriverlo. E a voi perché me lo fate rivivere, anzi, vivere. (Francesca Chiti)
Ora, quelli che sparano a zero su Enrico Berlinguer devono spiegarmi una cosa: come è possibile che ragazzi nati non cinque anni dopo la sua morte, come la gran parte di noi del nucleo storico di eb.it, bensì addirittura 15, possano definirsi oggi “berlingueriani”. Aldilà dei cosiddetti “pensieri lunghi“, io penso che se ancora così tanti giovani oggi si rifanno alla lezione morale, politica e ideale di Enrico Berlinguer sia principalmente per il fatto di essere stato, come ha scritto Vittorio Foa, “in violento contrasto con l’immagine consueta dell’uomo politico“, fondata sul privilegio, la corruzione, l’abitudine all’impunità, il disprezzo delle regole, l’arroganza e la prepotenza.
Ecco, non sono Giacomo, Francesca e Clara ad esser strani. Sono strani quelli che erano berlingueriani quando Berlinguer era vivo e negli ultimi 20 anni l’hanno espulso dalla loro azione politica, portandoci al disastro odierno. E che ora, nella vana speranza di salvarsi dal mare di melma in cui sono finiti, provano ad agitarlo come un santino, strumentalizzandolo come arma di potere.
No, loro non sono strani. Sono tremendamente belli e rivoluzionari. Perché non c’è nulla di più rivoluzionario oggi che andare controcorrente e spiegare ai propri coetanei che è esistito un modo diverso di fare politica. E che non c’è ragione perché non si possa tornare a farlo. E chi si mette di traverso, verrà travolto dalla semplicità e dalla bellezza dell’impegno continuo e disinteressato per gli altri di persone come Francesca, Clara, Giacomo e tutti quelli che lottano ogni giorno per una società più giusta.
Grazie a voi tutti, perché rendete questa esperienza ogni giorno più entusiasmante. Grazie, perché date un senso a quello che con poche pretese ho iniziato quasi cinque anni fa, quando, nella migliore delle ipotesi, mi davano del “matto”. E forse lo ero. Per fortuna. E spero di esserlo ancora.
Pierpaolo Farina
fondatore enricoberlinguer.it